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Non solo famiglia e hobby: la pensione, come tutti i cambiamenti significativi, rappresenta una fase delicata della vita in cui è possibile anche valutare nuovi progetti e nuove scelte finanziarie. Nel mondo pensionistico, uno dei termini maggiormente utilizzati è quello dell’anzianità contributiva, che permette ai lavoratori di accedere alla pensione, terminando di fatto gli anni di lavoro. Vediamo insieme in questo articolo di cosa si tratta e, soprattutto, come viene calcolata.
Indice

Anzianità contributiva: cosa significa?

L’anzianità contributiva fa riferimento al periodo di versamento dei contributi per la maturazione della pensione. Per i lavoratori dipendenti è l’azienda a versare i contributi per la pensione; differente invece è il discorso per i lavoratori autonomi, che non avendo di fatto un datore di lavoro, devono occuparsi di versare i contributi in prima persona. In entrambi i casi, il versamento dei contributi pensionistici è obbligatorio e corrisponde a una cifra in denaro che deve essere depositata presso gli enti previdenziali. Per chi passa da un lavoro da dipendente a un lavoro autonomo è possibile andare in pensione sommando i contributi versati durante le diverse esperienze. Il raggiungimento della pensione è vincolato a quello dell’anzianità contributiva minima, che rappresenta un limite contributivo da conseguire per l’ottenimento della prestazione.

Le prestazioni economiche che vengono erogate si differenziano in dirette e indirette:

  • Nelle prestazioni dirette rientrano le pensioni di anzianità lavorativa, di privilegio, di vecchiaia e di inabilità. Per questo tipo di prestazioni la pensione è assegnata a chi possiede dei precisi requisiti minimi per potervi accedere;
  • Nelle prestazioni indirette, invece, rientrano le pensioni spettanti ai coniugi superstiti, nel caso di decesso del consorte o della consorte (ad esempio le pensioni dei deceduti in servizio). In questo caso, viene versata una parte della pensione del deceduto ai parenti più prossimi.
 

Come si calcola l’anzianità contributiva?

In linea di massima, per i lavoratori dipendenti, l’anzianità contributiva viene calcolata sommando tutte le settimane lavorate e retribuite, e dividendo infine per 52. È importante specificare che l’anzianità contributiva definisce per quanti anni ogni persona ha lavorato, ma viene determinata in modo diverso a seconda della gestione previdenziale a cui si è iscritti.

Il metodo del calcolo dell’anzianità contributiva risale alla Legge 8 agosto 1995, n 335 (Legge 8 agosto 1995, n 335), introdotta per rendere il sistema pensionistico più sostenibile. Successivamente, nel corso degli anni, sono state introdotte diverse misure per variare le condizioni di accesso alle pensioni. Alcune di queste si concretizzavano nei sistemi di prepensionamento. Una novità confermata nella legge di bilancio per il 2023 e approvata dal Consiglio dei Ministri è la “pensione anticipata flessibile” o Quota 103, che sostituisce Quota 102 e consente di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 di contributi.

Anzianità contributiva: le disposizioni dell’Inps

L’Inps ha pubblicato tutte le informazioni dettagliate per poter accedere alla pensione. Scopriamo insieme quali sono i sistemi di pensionamento attivi, a seconda delle variazioni della pensione prima e dopo il 1996:

  • Pensione anticipata ordinaria: il requisito è differente tra uomini e donne. Gli uomini infatti devono aver lavorato versando contributi per 42 anni e 10 mesi, mentre le donne 41 anni e 10 mesi. Per i lavoratori in possesso di requisiti di anzianità contributiva dal 01/01/96 c’è la possibilità di ottenere il trattamento anticipato al compimento dei 64 anni di età, con almeno 20 anni di contributi effettivi accreditati e un importo della pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale;
  • Pensione anticipata lavoratori precoci: al raggiungimento di 41 anni di contributi, hanno diritto a questa pensione alcune tipologie di lavoratori (disoccupati, invalidi, caregiver, lavori gravosi, etc) che possono far valere almeno 12 mesi di contribuzione prima del compimento dei 19 anni
  • Pensione anticipata Quota 103: requisito in vigore per tutto il 2023 che prevede il compimento di 62 anni con il versamento di 41 anni di contributi;
  • Pensione anticipata “Opzione donna”: con la Manovra di bilancio 2023 è stato stabilito che le donne potranno andare in pensione anticipata nel 2023 se entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato 35 anni di contributi e 60 anni di età. Il requisito anagrafico viene ridotto di un anno per ogni figlio a carico, fino a un massimo di due anni. Questa misura è prevista però solo per tre categorie di lavoratrici: caregiver, invalide civili (almeno al 74%) e licenziate o dipendenti da aziende in crisi.
  • Pensione di vecchiaia ordinaria: rivolto a chi ha 67 anni di età e 20 anni di contributi (per i lavoratori in possesso di anzianità contributiva al 31/12/95). Rivolto a chi ha 67 anni di età, 20 anni di contributi e importo della pensione non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale, oppure per chi ha 71 anni di età e 5 anni di contributi effettivi a prescindere dall’importo della pensione (per i lavoratori in possesso di anzianità contributiva dal 01/01/96).

A queste si aggiungono le pensioni di vecchiaia in deroga al requisito contributivo e anagrafico, le pensioni per i non vedenti, quelle di inabilità e invalidità, l’APE (anticipo pensionistico) sociale, le pensioni di vecchiaia e di anzianità in salvaguardia, quelle di vecchiaia e di anzianità in totalizzazione, le pensioni in computo e per i lavoratori con mansioni particolarmente gravose o particolarmente faticose e pesanti.