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Senti spesso parlare di PIL? Sai esattamente cos'è il Prodotto Interno Lordo e in che modo si calcola? Se il PIL aumenta è sempre una buona notizia? In questo articolo troverai le risposte a queste e molte altre curiosità su un indicatore che ha un impatto anche sulla tua vita di tutti i giorni.


Indice

PIL: cos'è

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) è la somma del valore di beni e servizi finali prodotti in uno Stato in un determinato periodo di tempo. Normalmente la misura prende in considerazione l'anno solare.
In sostanza rappresenta il valore di tutto quello che produce un Paese, ed è dunque una misura fondamentale per valutare lo stato di salute di un’economia nazionale.
Per rientrare nel computo del PIL, i beni e servizi devono essere:

  • oggetto di scambi economici, dunque sono esclusi i prodotti e servizi per autoconsumo e le attività rese gratuitamente;
  • finali, dunque destinati alla vendita e non a lavorazioni intermedie;
  • prodotti sul territorio nazionale, indipendentemente dalla nazionalità di chi li produce/eroga; ad esempio un'automobile prodotta in Italia da una casa automobilistica Giapponese, rientra nel PIL italiano, mentre una consulenza rilasciata in Giappone da una società italiana contribuisce a formare il PIL giapponese.

Sempre in ottica di capire cos’è il PIL, analizziamo una per una le parole che compongono l'acronimo PIL:

  • Prodotto, dunque beni e servizi oggetto di scambio;
  • Interno, cioè realizzato sul territorio nazionale;
  • Lordo, che comprende anche gli ammortamenti degli apparati fisici e non (si pensi ai software) che perdono di valore nel tempo, si usurano e vanno ripristinati/aggiornati per mantenere la produzione competitiva.

Prodotto Interno Netto (PIN)

Il Prodotto Interno Netto (PIN) è la misura dell'economia di un Paese, calcolata sottraendo l’ammortamento dal prodotto interno lordo (PIL). Il prodotto interno netto tiene conto del capitale consumato nel corso dell’anno.
Facciamo un esempio; il nostro PIL è pari a 100, ma i macchinari utilizzati per produrlo si sono usurati e quindi il loro valore a fine anno è calato di 5: questo significa che il nostro Prodotto Interno Netto è pari a 95.

Prodotto Nazionale Lordo (PNL)

Il Prodotto Nazionale Lordo segue un conteggio opposto rispetto al PIL circa le produzioni delle aziende italiane all'estero e delle aziende estere in Italia.
Si ottiene infatti:

  • sommando al PIL tutto quanto prodotto da aziende italiane anche all'estero;
  • sottraendo le produzioni fatte in Italia ma da imprese straniere.

Come si calcola il PIL

Per determinare il valore del PIL esistono tre diversi metodi di calcolo, a seconda del punto di vista da cui si esamina questa grandezza.

Metodo della spesa

Il primo metodo per capire come si calcola il PIL prevede di partire dalla domanda di beni e servizi, con il cosidetto "metodo della spesa". Il calcolo, dunque, riguarda chi acquista i beni e servizi, e si determina sommando:

  • consumi delle famiglie in beni durevoli, beni di consumo e servizi;
  • investimenti di imprese in beni strumentali e immobili;
  • spesa pubblica, quella che riguarda cioè Stato, Enti locali e Amministrazioni pubbliche;
  • esportazioni nette, la differenza cioè tra beni e servizi esportati e beni e servizi importati dall'estero.

Le importazioni ovviamente sarebbero ininfluenti nel conteggio del PIL, dal momento che, come abbiamo visto, beni e servizi prodotti all'estero non rientrano nel conteggio. Tuttavia, è necessario sottrarle, eliminandole dal conteggio del PIL, per non farle rientrare tra i consumi delle famiglie.

 

Metodo del valore aggiunto

Se invece indossiamo la casacca di chi quei beni e servizi li vende, passando al lato dell'offerta, allora anziché prendere come riferimento i valori alla vendita dei prodotti e servizi finali, andiamo a sommare i valori che man mano vengono aggiunti nei vari passaggi produttivi. Alla somma si aggiungono anche le imposte sulla produzione e l'IVA.
Facciamo un esempio: per giungere al valore di una pagnotta, anziché il suo prezzo finale consideriamo il valore aggiunto della coltivazione e raccolta del grano, del lavoro fatto nel mulino, del confezionamento e distribuzione della farina, della produzione del pane nel forno.
Con il metodo della spesa avremmo invece preso come riferimento il prezzo finale del pane, che al suo interno ha già sommati i valori aggiunti nei diversi passaggi.

Metodo dei redditi

Chiudiamo esaminando il punto di vista che prende in considerazione la remunerazione dei fattori produttivi utilizzati per produrre beni e servizi: parliamo del lavoro e dei capitali impiegati per produrre. La somma di stipendi, profitti e imposte su produzione e vendita, al netto dei contributi alla produzione. In questo caso per avere un calcolo più accurato, lo Stato italiano ha stabilito di procedere con una stima dell’economia sommersa, il cosiddetto lavoro nero, inserendo nel computo anche i redditi così generati.

A cosa serve il PIL?

Fatta chiarezza su come si calcola il PIL andiamo a chiarire meglio a che cosa serve il Prodotto Interno Lordo. Il PIL è il principale indicatore di salute di un sistema economico, dal momento che misura la sua capacità di produrre e vendere (anche all'estero) beni e servizi, e dunque rappresenta uno degli indicatori di benessere di un'intera nazione.
Si tratta quindi di un dato molto importante: l’analisi delle sue variazioni nel corso degli anni e le stime sulle sue evoluzioni future determinano in maniera decisiva le scelte di politica economica del nostro Paese. Per intenderci, con un PIL in crescita lo Stato agisce in scenari di benessere e dunque di buone entrate fiscali a sostegno di spesa pubblica e investimenti.

PIL reale, PIL nominale e PIL pro capite

Il PIL può essere misurato sia in termini reali che nominali.
Cosa significa e qual è la differenza tra PIL reale e PIL nominale?
Il PIL nominale viene misurato ai valori dei prezzi attuali di beni e servizi, il PIL reale invece tiene conto delle variazioni dei prezzi di beni e servizi.
Facciamo un esempio per chiarire questo passaggio:

  • In Italia nel 2020 abbiamo prodotto 1.000 sedie vendute a un prezzo di 50 euro l’una e nel 2024 abbiamo prodotto 1.100 sedie vendute a 60 euro (registrando dunque una variazione sia delle quantità sia del prezzo).
  • Il PIL nominale del 2020 sarà pari a 1.000 × 50 = 50.000 euro.
  • Il PIL nominale del 2024 sarà invece pari a 1.100 × 60 = 66.000 euro.
  • Il PIL reale rispetto ai prezzi del 2020 sarà pari al PIL nominale per l’anno base (2020), dunque 50.000, mentre sarà uguale a 1.100 × 50 = 55.000 euro nel 2024 (quantità prodotte nel 2024 moltiplicate per i prezzi dell'anno base, che nel nostro esempio è il 2020).

Dall'esempio emerge che un aumento del PIL nominale possa essere dovuto a un incremento dei prezzi o delle quantità prodotte, invece l’incremento del PIL reale sia sicuramente da attribuire alle sole variazioni nelle quantità prodotte. Dunque, caratteristica più rilevante del PIL reale è quella di essere confrontabile fra anni diversi.
Una ulteriore grandezza che aiuta a valutare il benessere di un Paese è il PIL pro capite. Si tratta del PIL suddiviso per la popolazione complessiva, in modo da ottenere la quota parte di Prodotto Interno Lordo per ciascuno.

Cosa succede se il PIL aumenta o diminuisce?

La risposta è: dipende.
Ci spieghiamo meglio. Come abbiamo visto, in particolare con il calcolo del PIL attraverso il metodo della spesa, dentro il "valore" del PIL ci sono consumi e investimenti privati ma anche spesa pubblica ed esportazioni nette. Un aumento del PIL non necessariamente indica una generalizzata crescita del benessere di un Paese, dal momento che bisogna poi analizzare quali elementi sono effettivamente cresciuti, quali sono rimasti stabili e quali invece sono addirittura calati. Una decrescita dei consumi con aumento invece della spesa pubblica, sebbene possa portare un incremento del PIL, in realtà indica che la ricchezza delle famiglie si sta erodendo.
Un buon andamento del PIL, sicuramente positivo, è rappresentato da una crescita di tutte le sue componenti. Tuttavia un aumento anomalo del PIL potrebbe anche nascondere una spirale inflattiva, dunque una crescita incontrollata dell'inflazione che significa aumento generalizzato dei prezzi con conseguente perdita del potere di acquisto di cittadini, imprese e Amministrazioni Pubbliche.
Lo stesso discorso vale per le diminuzioni del PIL: occorre indagarne le cause per comprendere se si tratta di un dato effettivamente negativo.
Un discorso a parte va fatto invece sul rapporto debito/PIL, cioè in quale percentuale il debito di uno Stato incide sul PIL. In questo caso una decrescita del PIL è sicuramente una cattiva notizia, dal momento che fa crescere il rapporto debito/PIL, indice di malessere del Paese per via dell'eccessivo indebitamento rispetto al livello di produzione di beni e servizi.
Il rapporto debito/PIL è un parametro fondamentale per i Paesi membri dell'Eurozona, come l'Italia, che si sono impegnati a tenere sotto controllo questo rapporto per garantire la convergenza dei conti pubblici e rendere solida l'unione economica e monetaria.