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Quali sono i comportamenti e le attitudini degli italiani in ambito finanziario e assicurativo?

 

In un contesto mondiale piuttosto delicato (dal riassetto organizzativo economico sociale a seguito della pandemia, alla crisi energetica, fino alla Guerra in Ucraina), è importante che l’educazione finanziaria e assicurativa diventi una priorità: solo in questo modo infatti i cittadini riusciranno a comprendere veramente l’utilità dei servizi promossi dai consulenti. Rispetto a quanto emerso dall’Edufin Index, il primo Osservatorio realizzato da Alleanza Assicurazioni, Fondazione Gasbarri e SDA Bocconi, che mette in relazione le conoscenze finanziarie e assicurative dei cittadini con il loro comportamento, si scopre che in media gli italiani presentano un comportamento non adeguatamente “ordinato” davanti alle decisioni finanziarie e assicurative. Cerchiamo di capire perché.

Indice

Il Behavioural Index

Il Behavioural Index è un sotto indicatore dell’Edufin Index pensato per misurare il comportamento delle persone in ambito finanziario e assicurativo. In altre parole, valuta se le decisioni prese dagli italiani in questi due campi siano  ponderate e disciplinate, o al contrario se provengano  da consigli e set informativi parziali o errati. Inoltre, questo particolare indice mostra anche come le persone acquistino  strumenti finanziari o assicurativi e quale sia il tipo di sentiment a essi associato.

 

Data la complessità dei campi di indagine, il Behavioural Index è composto da tre indicatori creati per misurare la Risk Perception, il comportamento finanziario e assicurativo e l’attitudine e il sentiment relativi a questi campi.

 

Ciascun indice è formato da un numero variabile di domande e ogni risposta è valutata su una scala che va da -1 a +1. Il punteggio di ogni indice è il risultato della media dei punteggi ottenuti per ogni domanda. Come per l’Edufin Index, anche il Behavioural è stato costruito utilizzando una scala che assume valori compresi tra 0 e 100, dove il livello di sufficienza si ottiene al raggiungimento di 60 punti.

 

L’indice di comportamento è formato dalle risposte a due domande presenti in una sezione del questionario (sui comportamenti finanziari-assicurativi) e misura l’utilizzo e la diffusione degli strumenti finanziari e assicurativi, premiando chi partecipa con più frequenza e interesse ai mercati in questione.

 

L’indice di attitudine e sentiment è invece composto da altre domande, presenti in un’altra sezione del questionario (relativa alle attitudini). È un indicatore che indaga su diversi fattori, come la fiducia negli intermediari finanziari, la propensione a pianificare, il grado di attenzione e di priorità verso le necessità finanziarie e assicurative e il “sentiment” positivo o negativo nei confronti della finanza.

Cerchiamo di capire adesso come hanno risposto gli italiani a queste due sezioni del questionario. Per ciascuna domanda sono stati presentati i dati dell’intera popolazione suddividendo ogni risposta in base a genere, età, area geografica di provenienza, condizione familiare, condizione lavorativa e reddito dichiarato.

L’indice di comportamento

Nella prima domanda dell’indice di comportamento si fa riferimento alle scelte di risparmio e di investimento degli italiani. Ne è emerso che negli ultimi 24 mesi poco più di un quarto dei rispondenti (il 26%) non ha risparmiato. Questa percentuale cresce tra le donne (30%), le persone più anziane (29%), chi risiede al Sud e sulle Isole (31%) e, in modo particolare, tra chi dichiara un reddito annuo inferiore a 20.000€ (38%). La forma di risparmio più diffusa registrata da questo indice è quella della liquidità in banca (in media oltre il 50% degli intervistati ha scelto questa opzione). Gli investimenti in liquidità sono stati particolarmente elevati tra chi ha il reddito superiore a 80.000€ (69%). Anche gli strumenti di risparmio gestito e le polizze assicurative sono molto diffusi.

 

È importante sottolineare come le donne registrino una presenza piuttosto bassa nel mondo degli investimenti finanziari e assicurativi e, come le fasce più giovani della popolazione, dai 18 ai 24 anni, investano nelle criptovalute (16%). Infine, in media solo il 10% della popolazione ha destinato parte delle proprie risorse ai prodotti assicurativi: le percentuali più basse sono state registrate tra le donne, le persone residenti al Sud e nelle Isole e tra le persone che hanno redditi più bassi.

 

La seconda domanda è dedicata al grado di diffusione delle polizze non obbligatorie. La prima evidenza che emerge dall’analisi delle risposte è che esiste una quota importante di popolazione italiana, intorno al 40%, che non ha polizze assicurative oltre a quelle obbligatorie. Questa percentuale tende a salire tra le donne (oltre il 42%), i giovani (quasi il 45%), chi vive al Sud e nelle Isole (intorno al 50%), e raggiunge livelli massimi tra casalinghi/e e non occupati. Tra le categorie più “protette” troviamo le persone con i redditi più elevati (intorno al 15%), i residenti al Nord (circa il 30%) e  chi svolge un’attività lavorativa retribuita (circa il 30%).

 

Le polizze più diffuse sono quelle per la responsabilità familiare, le polizze infortuni e le polizze vita in caso di morte. La prima motivazione che spinge le persone ad assicurarsi sembra essere la consapevolezza di un aumento della probabilità di possibili eventi spiacevoli, seguita dall’esperienza rispetto ad eventi negativi avvenuti a parenti o amici e dal desiderio di sicurezza per i propri risparmi.

 

In generale, l’indice di comportamento finanziario e assicurativo raggiunge un punteggio pari a 64. Questo ci spiega come gli italiani partecipino ai mercati finanziari e adottino comportamenti di copertura giudicabili come sufficienti.

L’indice di attitudine e sentiment

La prima domanda dell’indice di attitudine e sentiment fa riferimento all'atteggiamento delle persone rispetto alla pianificazione finanziaria di lungo termine. I risultati mostrano come si tratti di una priorità solo per il 56% delle persone intervistate. Il 28% ritiene invece che sia un bisogno a cui non dedicare particolare attenzione nelle prime fasi della vita lavorativa. L’attenzione alla pianificazione è più elevata nella popolazione maschile, nelle fasce di reddito medio alte, tra i lavoratori autonomi e le coppie senza figli. Presenta invece valori significativamente inferiori alla media tra i giovani, i non occupati, le fasce di reddito più basse e chi vive al Sud o nelle Isole. Questi dati mostrano come la popolazione meno abbiente faccia fatica a riconoscere la necessità di mettere da parte i propri risparmi per gli anni a venire.

 

Le risposte alla seconda domanda dell’indice, relativa al tema del present bias (ovvero la tendenza ad accontentarsi di una piccola ricompensa subito, piuttosto che attendere un bene maggiore in futuro), confermano in gran parte quanto già è stato possibile osservare nelle risposte alla prima domanda: “soffrono” infatti di present bias circa il 45% degli italiani, con percentuali più alte tra i giovani, le donne, i percettori di redditi più bassi, i single, le famiglie monoparentali e i residenti al Sud e nelle Isole. Per quanto riguarda la condizione lavorativa, il present bias fa riferimento soprattutto ai non occupati e agli studenti.

 

Altre due domande del questionario (25 e 25a) si riferiscono invece al modo in cui gli italiani scelgono di acquistare prodotti finanziari e assicurativi: l’opzione di affidarsi a dei professionisti sembra condivisa dalla maggior parte degli intervistati. Le donne in particolare, mostrano questo tipo di preferenza, mentre i rispondenti alle fasce d’età più basse e le persone più abbienti tendono a d essere più autonomi.

 

Un dato molto interessante proviene dalla domanda 26 del questionario, la quarta dell’indice di attitudine e sentiment, che ha lo scopo di indagare quale sia l’atteggiamento delle persone sulle assicurazioni. In generale, il 65% degli intervistati è d’accordo con la necessità di assicurarsi, ma questo dato non trova poi conferma nei comportamenti, visto che poco più del 50% dichiara di avere delle polizze non obbligatorie. Una buona parte degli intervistati (circa 1/3) ha dichiarato di assicurarsi solo in caso di elevate probabilità di eventi negativi, senza preoccuparsi molto della loro entità. I meno propensi ad assicurarsi sono soprattutto i giovani, chi non svolge un’attività di lavoro retribuita e i residenti e Sud e nelle Isole. Sui motivi che spingono le persone a non assicurarsi troviamo il costo della polizza (58%) e la convinzione che la probabilità di accadimento di un determinato evento sia molto bassa (27%). È importante sottolineare come tra i single, i residenti al Sud e nelle Isole e tra i meno abbienti ci sia scarsa fiducia nelle compagnie assicurative.

 

Nelle ultime due domande invece, è stato richiesto alle persone di ricercare delle associazioni logiche ai concetti finanziari e assicurativi. Le parole che più comunemente sono state associate al concetto di Rischio Finanziario sono “incertezza” e “perdita”. Termini che indicano un sentiment decisamente negativo. In media, il rischio è dunque visto in maniera negativa, in particolare tra le donne. Tra le persone più giovani, invece, è presente la più alta percentuale di sentiment positivo.

 

In generale, l’indice di attitudine e sentiment nei confronti dei mercati finanziari e assicurativi ha ottenuto un punteggio pari a 62. Sono le donne, le persone di età compresa tra 45 e 64 anni e le famiglie con figli a mostrare una maggiore attitudine, raggiungendo quota 64. Le fasce più giovani (18-24) e i single, mostrano invece il livello più basso di coinvolgimento, ottenendo rispettivamente un punteggio pari a 61 e 59. 

Behavioural Index: tiriamo le somme

Dai risultati del Behavioural Index risulta che gli italiani presentano un comportamento non adeguatamente corretto e ordinato davanti alle decisioni finanziarie e assicurative: l’indice infatti raggiunge un punteggio insufficiente pari a 58 (dove la sufficienza è 60). Sono le donne, gli anziani e i giovani a ottenere i valori più bassi. Esiste inoltre una relazione diretta tra il livello di Behavioural Index e il reddito dichiarato: l’indicatore raggiunge 52 punti per chi dichiara un reddito inferiore a 20.000  Euro, mentre è pari a 63 per chi ha un reddito superiore a 80.000  Euro. Si riscontrano infine dei valori significativamente bassi tra i disoccupati, gli studenti, i pensionati, i/le casalinghi/e, le famiglie monoparentali e i single.

 

In conclusione, confrontando il Behavioural Index con l’Awareness Index, che misura la consapevolezza in ambito finanziario e assicurativo, possiamo concludere che chi è più consapevole si destreggia meglio a livello comportamentale. Ma come abbiamo visto nell’articolo dedicato all’Edufin Index, il punteggio complessivo medio sull’indicatore che misura il grado di “consapevolezza” e di “compostezza comportamentale” in ambito finanziario e assicurativo è pari a 55, ben cinque punti sotto la sufficienza. Questo significa che gli italiani sono chiamati a fare scelte sempre più oculate, consapevoli e di lungo termine, sia per sé stessi, sia per il futuro del nostro Paese, ma anche che è molto importante continuare a promuovere un’educazione finanziaria e assicurativa in grado di sensibilizzare tutti.

 

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