I lavoratori che perdono involontariamente il lavoro possono richiedere l’indennità di disoccupazione (NASpI), ma come influisce quest’ultima sul calcolo della pensione e sull’età di pensionamento? Proviamo a rispondere.
Come funziona la NASpI ai fini pensionistici?
Le persone che si ritrovano involontariamente senza lavoro hanno la possibilità di richiedere la NASpI per usufruire di un sostegno economico durante la ricerca di un nuovo impiego. Un sostegno non da poco, ma quali conseguenze ha sulla pensione?
Se durante la tua carriera professionale hai avuto la necessità di usufruire di questo sostentamento e ti stai chiedendo quanto si prende di pensione è importante sapere che per il calcolo della pensione, i periodi in cui si è percepita la NASpI vengono considerati come contributi figurativi utili sia per il diritto che per il calcolo dell’importo della pensione. Durante il periodo di ricezione dell’indennità, infatti, il lavoratore percepisce una retribuzione figurativa rapportata alla media mensile delle retribuzioni percepite negli ultimi quattro anni.
Con l’introduzione del Dlgs 22/2015 è stato inserito un limite alla contribuzione figurativa che può essere convertita in pensione per il periodo in cui si è usufruito dell’indennità di disoccupazione. Il tetto previsto è 1,4 volte la misura massima mensile dell’indennità NASpI.
Questa normativa può avere conseguenze solo sui lavoratori che superano questo tetto, dando loro una contribuzione figurativa più bassa con effetti sull’importo della pensione; effetti che variano a seconda del sistema di calcolo utilizzato, contributivo o retributivo.
Quote contributive
Il calcolo della pensione con sistema contributivo prevede solo il montante contributivo. I periodi di contribuzione figurativa per indennità NASpI si uniscono nel montante insieme a tutti gli altri contributi versati. Con questo sistema, il tetto massimo imposto dal Decreto può influire in senso negativo sull’importo pensionistico determinando una quota minore rispetto a quella che si sarebbe potuta ottenere in assenza di utilizzo dell’indennità.
Quote retributive
Con il sistema retributivo, il calcolo dell’assegno della pensione considera le retribuzioni mensili degli ultimi anni per un periodo che dipende dall’anzianità maturata dal lavoratore (quota A e B). Se il lavoratore ha usufruito della NASpI si esegue un doppio calcolo:
- si neutralizzano i periodi di disoccupazione escludendo quindi la contribuzione figurativa per NASpI;
- si somma nel calcolo la contribuzione figurativa per NASpI.
L’INPS confronta i due risultati e poi procede con quello più favorevole per il lavoratore.
I contributi NASpI valgono per il calcolo della pensione?
I contributi figurativi per NASpI hanno valenza per il calcolo della pensione e le conseguenze, come anticipato, dipendono dal sistema contributivo adoperato per la definizione dell’importo:
- con sistema a quote retributive non si hanno effetti negativi;
- mentre con il sistema a quote contributive potrebbero esserci effetti negativi sulla pensione per chi supera il tetto massimo previsto dalla normativa.
Una volta compreso come i contributi figurativi possano incidere, o meno, sull’importo della pensione è importante conoscere quando questi possono essere utilizzati per il calcolo della pensione.
Il diritto alla pensione
I periodi di utilizzo della NASpI servono al perfezionamento dei requisiti contributivi per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata. A questo proposito, vale la pena ricordare che per la pensione anticipata si considera il minimo di 35 anni di contributi utili esclusa la contribuzione figurativa per NASpI, malattia e infortunio. Diverso è il caso di pensione di anzianità o anticipata, come “Quota 100” e “Opzione Donna”. NASpI, malattia e infortunio vengono considerati solo ai fini della maggiore anzianità.
Per i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo puro, invece, i contributi figurativi per NASpI non incidono sul perfezionamento contributivo.
Forme pensionistiche complementari: una soluzione da valutare
Con o senza indennità NASpI, la pensione potrebbe non essere sufficiente a garantire un adeguato tenore di vita una volta raggiunto il pensionamento. Per questo motivo è importante valutare l’attivazione di una forma pensionistica complementare, in grado di integrare quella INPS. Alleata Previdenza, ad esempio, è il piano di previdenza complementare di Alleanza che può aiutarti a perfezionare la pensione e a migliorare il tuo tenore di vita.
La previdenza complementare, inoltre, può offrire diversi vantaggi:
- flessibilità e personalizzazione: puoi scegliere quanto versare e per quanto tempo;
- benefici fiscali: le forme di previdenza complementare sono deducibili fiscalmente.
FAQs
La NASpI incide solo per i lavoratori che rientrano nel calcolo della pensione con quote contributive e che superano il tetto imposto dal Dlgs 22/2015.
Quando si perde di pensione con la NASpI?
La perdita si ha quando il calcolo della pensione avviene con sistema contributivo e si supera il tetto di 1,4 volte la misura massima mensile dell’indennità NASpI.
Quanti contributi vengono versati durante la NASpI?
I contributi NASpI non sono previdenziali ma figurativi e possono essere considerati per il perfezionamento dei requisiti contributivi per accedere al pensionamento.